Commozione cerebrale: cos’è, cosa fare, conseguenze, tempi di recupero

2022-11-09 17:32:01 By : Ms. Grace Yang

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Questi traumi generano uno stato confusionale, generalmente reversibile e temporaneo, in cui vengono alterati i centri nervosi che controllano funzioni quali la memoria, l’equilibrio, la coordinazione.

La persona può perdere momentaneamente coscienza ed in alcuni casi può subentrare mal di testa.

Solitamente si tratta di una condizione transitoria, anche se gli effetti possono durare per giorni o settimane.

Viene causata da un trauma singolo molto violento o da più traumi alla testa, che possono verificarsi in un incidente stradale, ma anche quando la persona viene violentemente scossa, come nella sindrome del bambino scosso o durante una attività sportiva, come nella boxe o nel football americano.

Le conseguenze vanno attentamente monitorate.

Il cervello è separato dalle ossa del cranio da una sostanza gelatinosa (il liquido cerebrospinale, anche chiamato liquor) che permette di ammortizzare gli urti e preservare i tessuti da lesioni.

Tuttavia, in alcune circostanze, la violenza di un colpo o di uno scuotimento può momentaneamente alterare le strutture nervose che controllano le funzioni cerebrali dal momento che il cervello “sbatte” contro le ossa craniche nella direzione opposta a quella dell’impatto del colpo.

Anche un semplice tamponamento con lo scatto violento della testa in avanti e indietro può generare un trauma con possibile perdita di coscienza.

Stesso effetto può verificarsi in caso di urti del capo, ad esempio in una caduta, o nel corso di attività sportive, come il calcio o il pugilato, o ancora in caso di bambini che vengono scossi violentemente.

I neonati, i bambini, gli anziani e gli adolescenti sono più vulnerabili alle commozioni cerebrali, rispetto ad altri gruppi di età, e necessitano di più tempo per recuperare:

Un certo numero di fattori rende alcune persone più vulnerabili agli effetti di una lesione alla testa:

Le attività sportive che espongono i soggetti ad un rischio superiore di riportare una commozione cerebrale comprendono: football americano, calcio, rugby, ciclismo, boxe e arti marziali, come il karate o il judo.

I sintomi della commozione cerebrale sono generalmente transitori e reversibili.

Il ripetersi degli eventi traumatici può ovviamente acuire i sintomi e determinare lesioni più profonde e difficili da guarire.

I sintomi di lungo periodo includono: perdita di memoria, disturbi del sonno, sensibilità alla luce e al rumore, problemi di umore.

In condizioni più gravi si può verificare un’emorragia cerebrale.

Sintomi e segni di emergenza includono:

Il medico fa la diagnosi grazie alla visita medica (anamnesi ed esame obiettivo) e può essere aiutato da TAC, risonanza magnetica ed esami ematici.

Per prima cosa è importante osservare la testa della vittima.

Esamina la lesione e guarda attentamente il paziente.

Controlla se presenta una ferita sanguinante alla testa.

Non sempre una commozione cerebrale si manifesta esteriormente, ma spesso sotto il cuoio capelluto si crea un ematoma (un grande livido).

Le ferite esterne visibili non sono sempre un buon indicatore di gravità, dal momento che alcuni tagli secondari nel cuoio capelluto sanguinano copiosamente, mentre altri, meno evidenti, come i traumi dovuti all’impatto, possono causare danni irreversibili al cervello.

E’ importante inoltre verificare se appaiono dei sintomi comportamentali o cognitivi.

Dal momento che una commozione cerebrale colpisce direttamente il cervello, potrebbe anche alterare il normale comportamento del paziente, che può presentare ad esempio:

Mentre monitori la vittima, devi anche verificare se è cosciente e capire il suo livello di funzione cognitiva.

Per controllare il suo stato di coscienza, metti in pratica la scala di valutazione AVPU:

A – La vittima è Alert (vigile)? È attenta, si guarda attorno? Risponde alle tue domande? Reagisce ai normali stimoli ambientali?

V – Risponde alla tua Voice (voce)? Risponde normalmente quando le poni domande e le parli, anche se si tratta di brevi frasi o non è del tutto vigile? È necessario urlare perché risponda? Una vittima può rispondere ai comandi verbali ma non essere vigile. Se risponde con un semplice “eh?” quando le parli, significa che è verbalmente reattiva ma probabilmente non vigile.

P – Reagisce al Pain (dolore) o al tatto? Prova a pizzicarle la pelle per vedere se si muove un po’ o se apre gli occhi. Un’altra tecnica è quella di schiacciare o colpire la base delle unghie. Fai attenzione mentre usi queste tecniche; non devi causare danni inutili. Devi solo cercare di ottenere una reazione fisica.

U – La vittima è Unresponsive (non risponde) a nessuno stimolo?

1) Se il soggetto appare grave (ad esempio perde coscienza e sanguina dalla testa), chiama subito il numero unico per le emergenze 112 senza aspettare oltre.

Se possibile portalo tu stesso al Pronto Soccorso.

Se non respira o non ha il battito, pratica il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale.

2) Metti il soggetto nella posizione laterale di sicurezza.

Se pensi che il soggetto possa avere un trauma alla colonna vertebrale, NON muoverlo a meno che il lasciarlo dov’è non mette a rischio la sua vita.

Rimani col soggetto fino all’arrivo dei soccorsi.

3) Applica del ghiaccio. Per ridurre il gonfiore di una lesione lieve puoi applicare un impacco di ghiaccio sulla zona interessata.

Mettilo a distanza di 2-4 ore per 20-30 minuti ogni volta.

Importante: non appoggiare il ghiaccio direttamente sulla pelle. Avvolgilo in un panno o in un telo di plastica.

Non mettere pressione su nessuna lesione cranica, in quanto potresti spingere delle schegge ossee nel cervello.

Se non riesci a procurarti il ghiaccio usa un sacchetto di verdure surgelate.

4) Fai assumere alla vittima degli antidolorifici da banco. Per trattare a casa il dolore alla testa, dalle del paracetamolo come la Tachipirina.

Non farle prendere l’ibuprofene o l’aspirina perché potrebbero provocare ecchimosi o aggravare l’emorragia.

Se non sei sicuro di quello che stai facendo, non fare nulla ed aspetta semplicemente che arrivi personale medico, monitorando la vittima.

5) Tieni il soggetto sveglio e concentrato. Se la vittima è cosciente, continua a porle delle domande.

Questo serve a due scopi: per valutare la gravità della lesione e per mantenere sveglio il soggetto. Continuando a fargli domande puoi osservare se avvengono dei cambiamenti nel suo stato cognitivo, se non riesce più a rispondere a una domanda a cui prima era in grado di rispondere e così via.

Se noti che il suo livello di coscienza peggiora, devi consultare un medico.

Ecco alcune domande utili da porre:

Come si chiama tuo padre?

Evita di fare sforzi. Nei giorni successivi al trauma cranico, non devi praticare sport e altre attività faticose.

Durante questo periodo non devi neppure stressarti.

Il cervello ha bisogno di riposare e guarire.

Prima di tornare a svolgere degli sport, è opportuno che ti faccia visitare dal medico.

Non guidare. Non usare l’auto e non andare in bicicletta finché non ti senti completamente guarito. Chiedi a qualcuno che guidi l’auto per portarti allo studio del medico o in ospedale.

Riposa. Non leggere, non guardare la TV, non scrivere, non ascoltare musica, non giocare ai videogiochi o non svolgere qualsiasi altro compito mentale. Devi riposare sia fisicamente che mentalmente.

Mangia cibi che aiutano il cervello a guarire. Il cibo è importante nell’aiutare il recupero del cervello e se non è sano può compromettere ulteriormente la situazione. Evita di assumere alcool dopo una commozione cerebrale. Evita anche i cibi fritti, gli zuccheri, la caffeina, i coloranti e gli aromi artificiali. Opta invece per frutta, verdura e cibi ricchi di acqua, vitamine e sali minerali.

Segui la terapia medica che ti hanno assegnato (se il medico lo ha fatto).

Se durante la convalescenza, all’improvviso hai dei sintomi neurologici, non sottovalutarli e chiedi soccorso.

I tempi di recupero sono estremamente vari in base a molti fattori, tra cui:

La commozione cerebrale può causare una vasta gamma di complicazioni a breve o a lungo termine, che colpiscono il pensiero, le sensazioni, il linguaggio o le emozioni.

Questi cambiamenti possono portare problemi di memoria, comunicazione e personalità, così come depressione, deterioramento cognitivo lieve (MCI) ed insorgenza precoce di demenza.

Nella maggioranza dei casi una commozione cerebrale non fornisce danni irreversibili ed in pochi giorni si recupera, nei casi più gravi i danni possono essere irreversibili e non risolversi mai del tutto.

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