Piante aromatiche: coltivazione, benefici e usi - GreenStyle

2022-11-09 16:41:24 By : Ms. Bella Zhang

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Rosmarino, menta, prezzemolo, basilico: le piante aromatiche sono delle gustose alleate in cucina perché danno sapore e un aroma inconfondibile a tantissime ricette. Ma molte erbe aromatiche sono anche degli efficaci rimedi naturali che, grazie al loro potere curativo, ci aiutano a prenderci cura della nostra salute e della nostra bellezza.

Per questo coltivare le piante aromatiche è una passione sempre più diffusa. Per farlo non serve necessariamente un orto: molte aromatiche crescono benissimo anche in vaso, sul balcone o sul davanzale di una finestra.

Scopriamo, allora, quali sono le aromatiche più diffuse e come coltivarle e utilizzarle, sia in cucina che per il nostro benessere.

Secondo la definizione dell’enciclopedia Treccani, le piante aromatiche sono “piante tipiche dell’area mediterranea che emanano aromi gradevoli, hanno sapore gustoso e sono usate in cucina, talvolta come cosmetici o per curarsi”.

La cifra distintiva di queste specie è il forte profumo che le caratterizza. In questa categoria, quindi, rientrano tutte le piante che hanno questa caratteristica. Ecco perché nel nostro articolo ti parleremo anche di alcuni agrumi, come il bergamotto, il limone e il chinotto.

Queste piante contengono sostanze aromatiche che le rendono utili per insaporire i piatti, ma che in alcuni casi e in determinate quantità hanno anche effetto terapeutico. Per questo molte aromatiche sono note fin dall’antichità come piante medicinali, o officinali, e vengono ancora oggi impiegate in fitoterapia per la loro azione curativa.

Tra le piante aromatiche che hanno anche un effetto terapeutico ci sono, per esempio, l’aglio, dall’azione antipertensiva, e la menta, digestiva e spasmolitica a livello gastrointestinale.

Gli aromi e i profumi che caratterizzano le piante aromatiche sono dovuti alla presenza di oli essenziali, miscele di oli vegetali e altre sostanze chimiche contenuti in tutta la pianta o in alcune sue parti. Gli oli essenziali possono trovarsi:

Questi aromi, che l’uomo utilizza fin dall’antichità a fini culinari, cosmetici o curativi, rappresentano per le piante un importante strumento di difesa e di sopravvivenza.

Quali sono le loro funzioni biologiche?

Le piante aromatiche possono essere:

E’ possibile classificare le piante aromatiche anche in base al loro ciclo di vita. Si dividono in:

Molte piante aromatiche sono specie spontanee, come la borragine, ma – essendo largamente richieste e utilizzate – vengono frequentemente coltivate come specie orticole.

Quali sono le piante aromatiche spontanee più diffuse e quelle più frequentemente coltivate in Italia? Ecco l’elenco delle più comuni, con foto, descrizione, storia e utilizzi in cucina, per la salute e per la bellezza.

L’aglio è una delle piante aromatiche più diffuse al mondo. E’ un’erbacea perenne bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae (la stessa di cipolla e porro) e si coltiva fin dall’antichità, sia per insaporire i cibi, sia per le proprietà terapeutiche dei suoi spicchi.

Svolge infatti un’azione antibiotica, antisettica e antimicotica, aiuta a regolare la pressione sanguigna e contribuisce a ridurre il colesterolo. E’ anche efficace come vermifugo intestinale e rinforza le difese immunitarie. Il merito è dell’allicina, la sostanza che dona all’aglio il suo odore forte e pungente e che è responsabile delle sue doti medicamentose.

In cucina l’aglio si sposa un po’ con tutti i piatti, dagli antipasti come le bruschette ai primi come gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, dalla carne al pesce. E’ uno dei protagonisti di alcune delle specialità regionali italiane più amate, come il pesto alla genovese in Liguria e il sugo all’aglione in Toscana. Ma è utilizzato anche in tante ricette internazionali come la salsa Tzatziki (Grecia) e la salsa Aioli (Spagna).

Esistono molte varietà di aglio, che puoi coltivare nell’orto, in giardino o anche in vaso sul balcone per godere della loro bontà in cucina e dei tanti benefici di questa aromatica.

Nel nostro articolo su GreenStyle ti spieghiamo tutto sulla coltivazione dell’aglio e su come assumerlo per stare in salute.

L’aneto è una pianta annuale erbacea della famiglia delle Apiaceae, simile al finocchio selvatico.

Di questa aromatica, ottima in cucina e come rimedio naturale, si utilizzano soprattutto le foglie e i semi. Nella tradizione gastronomica del Nord Europa sono molto diffusi anche i frutti, dal sapore che ricorda l’anice, usati per profumare carne e pesce e per insaporire l’aceto.

Le foglie di aneto fresche sono ottime per insaporire insalate, minestre e zuppe, ma anche per aromatizzare il pesce, per esempio il salmone. I semi, invece, hanno preziose proprietà terapeutiche. Come quelli di finocchio, sono utili per attenuare il dolore e il gonfiore intestinale, favoriscono la digestione e aiutano a curare le infiammazioni della bocca. L’infuso di aneto è un efficace diuretico.

Questa pianta può essere coltivata sia in orto che in vaso. Predilige i climi caldi e il pieno sole, quindi posizionala al riparo dal vento e dal gelo.

Il basilico è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Labiateae, a cui appartengono anche molte delle aromatiche più note, come salvia, rosmarino, melissa e lavanda.

In cucina il basilico non ha bisogno di presentazioni. E’ il protagonista di piatti celebri come il pesto alla genovese e l’insalata caprese, ma grazie all’aroma delle sue foglie si sposa perfettamente con moltissimi piatti, specie con quelli estivi.

Come tante aromatiche, anche il basilico vanta proprietà benefiche per la salute. E’ un ottimo tonico, utile in caso di debolezza e inappetenza, stimola la digestione e la diuresi, svolge un’azione carminativa (aiuta cioè a espellere i gas intestinali) e antispasmodica.

Il basilico può essere coltivato sia in orto che in vaso. Di solito non si semina direttamente ma, in primavera, si acquistano piantine giovani da trapiantare. E’ una pianta di origine asiatica, quindi per crescere bene ha bisogno di climi caldo-temperati e di terreni molto umidi.

Scopri tutto sul basilico e su come coltivarlo e usarlo, in cucina e come rimedio naturale, nel nostro articolo “Come avere un basilico rigoglioso? I trucchi per coltivarlo in vaso”.

Il bergamotto è un agrume del genere Citrus coltivato in tutto il mondo nelle zone a clima mite e soleggiato. In Italia è particolarmente diffuso al Sud, soprattutto in Calabria e Sicilia.

Dai suoi frutti, molto utilizzati in cucina per tante preparazioni, si ricava un olio essenziale dal profumo intenso e dalle innumerevoli proprietà benefiche per l’organismo.

Ricco di vitamina C e vitamina A, il bergamotto rinforza le difese immunitarie, rende la pelle più elastica e le unghie e i capelli più resistenti, protegge la vista dai danni dell’invecchiamento. La ricchezza di flavonoidi ad azione antiossidante lo rende anche utile per la salute del sistema cardiovascolare.

Gli estratti di bergamotto trovano quindi moltissime applicazioni in ambito cosmetico e curativo. Sono utilizzati, per esempio, per prodotti beauty come creme lenitive, shampoo e balsamo per capelli, sieri antirughe e prodotti per la rasatura, per la pulizia degli ambienti e in aromaterapia. L’olio essenziale di bergamotto, grazie al suo profumo intenso, aiuta anche a tenere lontani gli insetti.

E in cucina? Per il suo sapore molto pungente, il bergamotto si consuma raramente al naturale, mentre è largamente impiegato sotto forma di succo, polpa (usata in dolci da forno, gelati e sorbetti), scorza (utilizzata per preparare i canditi). Il liquore al Bergamotto è una ricetta tradizionale calabrese molto apprezzata come digestivo dopo i pasti.

Nel nostro articolo su GreenStyle ti spieghiamo “i benefici del bergamotto e le 5 curiosità che non puoi non sapere”.

La borragine è una pianta annuale della famiglia delle Boraginaceae che cresce spontanea ai margini delle strade. Ha bei fiori a stella di colore blu-violaceo che la rendono facilmente riconoscibile e grosse foglie ricoperte da una peluria ispida. Il nome della pianta, dal latino “borra”, che significa “tessuto di lana ruvida”, fa riferimento proprio a questa caratteristica.

Le foglie di borragine fresche sono molto usate in cucina, come farcitura di torte salate, impanate e fritte, lessate come contorno oppure aggiunte alle insalate.

Ma la borragine ha anche importanti proprietà curative. L’infuso di fiori e foglie può essere utilizzato come collutorio per la sua azione disinfettante del cavo orale. Aggiunto all’acqua del bagno, è un ottimo lenitivo contro il prurito.

Le foglie fresche pestate hanno effetti emollienti che le rendono utili in caso di ascessi, scottature e infiammazioni della pelle.

All’olio di borragine, estratto mediante un processo di spremitura a freddo, sono riconosciute proprietà antinfiammatorie.

Scopri di più nel nostro articolo “Borragine: i benefici della pianta e le ricette da provare”.

Il chinotto è un agrume del genere Citrus che dà il nome ad una nota bibita prodotta con il suo estratto. Originario della Cina, frutto probabilmente di una mutazione dell’arancio amaro, è coltivato in tutto il mondo, in particolare nei paesi dell’area mediterranea, caratterizzati da climi caldi. Può essere coltivato anche in vaso, anche se per il suo apparato radicale molto esteso si adatta meglio ad un giardino.

I suoi frutti, simili alle arance, hanno proprietà e utilizzi analoghi a quelli degli altri agrumi.

Sul fronte dei benefici per la salute, sono ricchi di vitamina C che li rende molto utili per rinforzare il sistema immunitario. Grazie al gusto amaro del suo succo, nella tradizione popolare il chinotto è considerato anche un alleato per digerire. In fitoterapia è utilizzato, oltre che per i suoi effetti digestivi, anche contro insonnia e cali di energia.

In cucina è usato per produrre succhi, sciroppi, marmellate e canditi.

Vuoi saperne di più sul chinotto? Nei nostri articoli ti sveliamo tutte le curiosità su questa pianta e i consigli per coltivarla.

Il coriandolo è una pianta erbacea della famiglia delle Apiaceae, di cui fanno parte anche il prezzemolo e il finocchio. Originario del Mediterraneo, non richiede particolari cure e cresce bene in vari tipi di terreno, sia nell’orto che sul balcone.

Questa spezia profumata è nota soprattutto per i suoi utilizzi in cucina, in particolare perché i suoi semi (frutti) sono uno degli ingredienti principali del curry, celebre miscela indiana. Ma il coriandolo è usato anche per la preparazione di marinate, zuppe, piatti di carne e pesce e per aromatizzare alcuni insaccati, come la mortadella, oltre che per dolci e liquori.

Come gran parte delle aromatiche, ha anche proprietà benefiche, soprattutto a vantaggio dell’apparato gastrointestinale. E’ utile in caso di digestione lenta, spasmi e colon irritabile da stress, per esempio sotto forma di infuso. L’olio essenziale di coriandolo, per la sua particolare fragranza agrumata, è usato anche come componente di saponi, creme e profumi.

Scopri di più nel nostro articolo “Come si coltiva il coriandolo e le 5 proprietà curative da conoscere”.

Il finocchio è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Apiaceae nota fin dall’antichità. Cresce spontanea nei campi incolti a clima mite e mediterraneo e, dal XVI secolo, ha iniziato ad essere coltivata a scopo alimentare.

In cucina, del finocchio si utilizza il grumolo, agglomerato carnoso bianco simile a una grande cipolla. Può essere mangiato sia crudo, al naturale o in pinzimonio, che cotto, sia come contorno che come accompagnamento a carne (per esempio nello spezzatino) e pesce. Anche i semi sono molto usati, sia per aromatizzare i piatti che per preparare infusi e tisane dalle tante virtù benefiche.

Il finocchio, infatti, è un ottimo rimedio naturale soprattutto come digestivo: accelera lo svuotamento gastrico e favorisce il transito intestinale e l’espulsione dei gas. Svolge anche un’azione depurativa, diuretica e disintossicante e, se mangiato a dieta, è un alleato per tenere sotto controllo la fame e sgonfiare l’addome.

E il finocchietto selvatico? Si tratta della stessa pianta del finocchio classico, ma in una diversa fase del suo sviluppo. Il finocchio viene raccolto a 90 giorni dalla semina per evitare che il grumolo si ispessisca troppo, il finocchietto selvatico altro non è che la “barba”, ovvero le foglioline filiformi che si sviluppano sugli apici dei rametti di finocchio.

Scopri di più nel nostro articolo “Finocchio: proprietà, controindicazioni e gli incredibili benefici per la dieta”.

L’iperico è una pianta della famiglia delle Hypericaceae. E’ conosciuta anche con il nome di Erba di San Giovanni perché fiorisce proprio in concomitanza con la giornata dedicata al Santo, che si celebra il 24 giugno.

E’ celebre per le sue proprietà terapeutiche, merito dei fitocomplessi di cui sono ricche le foglie e le sommità fiorite, dal caratteristico colore giallo, in particolare flavonoidi ad azione antiossidante. Queste sostanze donano all’iperico un’azione antidepressiva, sedativa e digestiva: per goderne, è possibile assumerlo per uso interno sotto forma di estratto, tintura madre o infuso.

Ma l’iperico ha anche proprietà cicatrizzanti e antinfiammatorie in caso di applicazione esterna. In particolare, dalla macerazione dei fiori di iperico si ottiene un olio dalle proprietà emollienti che viene usato in presenza di problematiche della cute, come ustioni, psoriasi, cicatrici, ferite, smagliature e, più in generale, contro secchezza e invecchiamento.

Nel nostro articolo “fiori di iperico: proprietà, usi e dove si trovano” ti spieghiamo tutto su questa aromatica.

La liquirizia è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Fabaceae. Di origine asiatica, oggi è coltivata in tutto il mondo – in Italia soprattutto in Calabria e Abruzzo – sia per uso alimentare che per le proprietà benefiche, che la rendono un utile rimedio naturale per molti disturbi.

La parte utilizzata della pianta è il rizoma, ovvero la radice, sfruttata fin da tempi antichissimi. Nell’industria alimentare, la liquirizia è impiegata soprattutto come ingrediente di caramelle, dolciumi e snack vari, oltre che per la preparazione di liquori e tisane. Ma la liquirizia, soprattutto in polvere, può essere usata anche a casa per dare un aroma e un gusto inconfondibili a tante ricette, dal pane alla pasta, dai dolci ai secondi piatti. In erboristeria puoi trovare anche i bastoncini di radice di liquirizia da masticare o tagliuzzati, da utilizzare per preparare infusi.

Tutti modi per godere dei tanti benefici della liquirizia, che svolge un’azione energizzante, depurativa e digestiva, oltre ad essere un utile alleato in caso di cali di pressione e stitichezza. Proprio per i suoi effetti lassativi e ipertensivi, è importante consumarla con moderazione: è controindicata, per esempio, se si soffre di pressione alta.

Scopri di più su questa pianta nel nostro articolo “le proprietà della liquirizia e i 5 motivi per cui dovresti coltivarla in casa”.

Il limone è una pianta sempreverde della famiglia delle Rutaceae, originaria dell’India ma ormai diffusa in tutto il mondo e, in Italia, coltivata soprattutto nelle regioni calde del Meridione. I fiori trovano largo impiego nella produzione di cosmetici e profumi. I frutti, dal sapore aspro e ricchi di oli essenziali, oltre ad essere commestibili sono utilizzati anche in fitoterapia e in aromaterapia e permettono di godere dei tanti benefici di questa pianta.

Polpa, succo e scorza del limone svolgono un’azione disintossicante, drenante, alcalinizzante e antibatterica. Inoltre, grazie alla ricchezza di vitamina C, aiutano a rinforzare le difese immunitarie, hanno un effetto antiossidante che protegge dall’invecchiamento e dai danni dei radicali liberi e contribuiscono a mantenere la pelle elastica e giovane favorendo la sintesi del collagene.

Dalla buccia dei limoni si ricava anche un olio essenziale che è un alleato naturale della salute e della bellezza. Ha un’azione calmante utile contro ansia e nervosismo, è un antisettico benefico contro mal di gola e tosse, migliora la circolazione e aiuta a contrastare disturbi come gonfiore, gambe pesanti e cellulite. Può essere anche usato come olio per massaggi e per preparare maschere per le pelli grasse e impure, per esempio in caso di acne.

Il luppolo è una pianta perenne della famiglia delle Cannabaceae che cresce lungo i fiumi e ai margini dei boschi. Celebre soprattutto per il suo impiego nella produzione della birra, assicura anche tantissimi benefici, sia fisici che mentali, se usato in ambito erboristico.

Tra le principali proprietà del luppolo c’è l’azione sedativa, che lo rende utile contro insonnia, ansia e stress, ma anche quella digestiva. Per questo il luppolo viene utilizzato come fitofarmaco, sotto forma di tintura madre o di estratto secco. I fiori essiccati possono essere usati anche per preparare un infuso che concilia il sonno e calma la tosse.

E in cucina? I fiori (coni) delle piante femminili del luppolo conferiscono alla birra il tipico aroma e il caratteristico gusto amaro, oltre a favorirne la conservazione grazie alle loro proprietà antibatteriche. Il luppolo selvatico, conosciuto anche come asparago selvatico per la sua somiglianza con l’ortaggio e il gusto amarognolo, può anche essere mangiato: è ottimo nei risotti e come farcitura di frittate e torte salate.

Scopri di più su questa pianta e su come coltivarla e utilizzarla nel nostro articolo “Luppolo: proprietà e controindicazioni”.

Il pomelo, pummelo o pampaleone è un agrume aromatico appartenente alla famiglia delle Rutaceae e originario del Sud-est asiatico. E’ il più grande agrume coltivato dall’uomo (può pesare fino a 1-2 kg), dalla forma a metà tra un grosso pompelmo e una pera, e anche uno dei più antichi. Soprattutto, è l’antenato di molti agrumi più noti: tra questi l’arancio, nato dall’innesto tra il pomelo e il mandarino.

Dal gusto dolce, il pomelo è ottimo al naturale ma anche ideale da aggiungere a insalate, pesce e dolci. Può essere usato anche per produrre succhi, candito e per ricavarne oli essenziali.

Con gli agrumi di cui è il padre, ha in comune le proprietà, in particolare la ricchezza di vitamina C che lo rende antiossidante e benefico per rinforzare le difese immunitarie. In Asia le foglie di pomelo vengono usate come decotto curativo per l’ulcera e le ferite. La vitamina C, infatti, svolge anche un’azione cicatrizzante, stimolante del collage e benefica per la salute e l’elasticità di pelle e tessuti.

Scopri di più nel nostro articolo “Pomelo: origine del frutto e benefici che dovresti conoscere”.

Il prezzemolo è una pianta erbacea biennale della famiglia delle Apiaceae nota fin dall’antichità per i suoi usi culinari e terapeutici. Sembra che già i Romani lo usassero in cucina, mentre tra i Greci era impiegato soprattutto per le sue proprietà benefiche, specie contro il mal di denti e i disturbi alla vescica. Oggi è una delle aromatiche più apprezzate e coltivate. Cresce sia nell’orto che in vaso, sia al sole che a mezz’ombra.

In cucina, le sue foglie si abbinano perfettamente con tantissimi piatti, che impreziosiscono con il loro sapore e il loro aroma. Il prezzemolo è ottimo con il pesce, con le patate, in zuppe e minestre, ed è una base ideale per pesti e salse, come la famosa salsa verde per i bolliti.

Ma il prezzemolo ha anche tante virtù terapeutiche. E’ ricco di vitamina C dal potere antiossidante e ha proprietà diuretiche e regolatrici della pressione. E’ benefico anche per uso esterno: impacchi di prezzemolo sono utili in caso di contusioni, mal di denti e punture di insetto.

Scopri di più su questa pianta nell’articolo “Il prezzemolo è tossico? Virtù e ombre di questa erba“.

Il rafano è una pianta aromatica perenne usata soprattutto come spezia, in particolare nella cucina asiatica. Conosciuta anche con il nome di barbaforte, cren, rafano di Spagna o rafano orientale, questa specie appartiene alla famiglia delle Brassicacee e può crescere spontanea, anche se oggi è prevalentemente coltivata.

Del rafano si utilizzano soprattutto le radici, ricche di componenti aromatiche e speziate e molto usate in cucina. Sono uno degli ingredienti della salsa cren, una crema dal sapore intenso e deciso a base di rafano, pane e zucchero, ideale per accompagnare arrosti e bolliti e molto apprezzata nella tradizione gastronomica tedesca.

Questo però non è l’unico modo per gustare il rafano, che si può consumare anche grattugiato o in polvere e si abbina bene a carni e formaggi. Come la maggior parte delle aromatiche, anche il rafano vanta molte proprietà benefiche. E’ diuretico, digestivo e, grazie al contenuto di vitamine A ed E, ha effetti antiossidanti.

Vuoi conoscere più da vicino questa pianta? Leggi l’articolo su GreenStyle “Rafano: le FAQ più comuni su gusto, proprietà e uso”.

Il rosmarino è un arbusto della famiglia delle Lamiaceae che cresce per lo più sui terreni a clima mediterraneo. Si può coltivare sia in piena terra che in vaso: l’importante è che sia costantemente esposto al sole. E’ una delle piante aromatiche più conosciute e utilizzate, sia in cucina che come rimedio naturale, grazie alle sue numerose virtù benefiche.

Ha proprietà balsamiche che lo rendono utile in caso di raffreddore e congestione nasale: ti basta fare dei suffumigi aggiungendolo all’acqua. Il rosmarino svolge anche un’azione detox che aiuta il fegato a smaltire più efficacemente le tossine.

Per godere dei suoi effetti puoi usarlo per insaporire i tuoi piatti o per preparare tisane e infusi. Puoi anche utilizzare l’olio essenziale di rosmarino, ottimo per profumare gli ambienti o per uso locale: applicato sul cuoio capelluto, per esempio, è un alleato rigenerante e anti-caduta, mentre massaggiato è utile in caso di distorsioni, contusioni e dolori muscolari e articolari.

Se vuoi saperne di più sugli effetti benefici di questa pianta, leggi il nostro articolo “Quali sono le proprietà benefiche del rosmarino?”

La salvia è una delle erbe aromatiche più usate, sia a scopo alimentare che in fitoterapia. Esistono molte varietà di salvia, ma la più impiegata è la Salvia officinalis, o salvia comune.

In cucina la salvia, fresca o essiccata, si abbina a tantissimi piatti, dai primi ai secondi di carne e pesce, arrosto o alla griglia, fino alle ricette con le verdure. È buona anche da sola, avvolta in pastella e fritta.

La salvia, consumata sotto forma di tisana, infuso o decotto, è anche un ottimo rimedio naturale contro tantissimi disturbi. Ha un’azione antispasmodica che la rende utile in caso di stipsi, allevia i dolori mestruali e ha un effetto ipoglicemizzante che aiuta a controllare la glicemia. Antibatterica e igienizzante del cavo orale, contribuisce anche a combattere le infezioni delle prime vie respiratorie tipiche della stagione fredda.

Sfregata sui denti, toglie le macchie e aiuta a recuperare il bianco dello smalto: non a caso, è molto usata anche come ingrediente dei dentifrici.

Scopri di più su proprietà, usi e benefici della salvia.

Il timo, noto anche come timo maggiore o timo reale, è una pianta aromatica perenne e sempreverde della famiglia delle Lamiaceae, a cui appartengono anche basilico, rosmarino e origano.

Originario dell’area mediterranea, è conosciuto fin dai tempi degli antichi Greci e Romani. Fu Teofrasto, allievo di Aristotele, a chiamare “timo” questa varietà erbacea, che veniva impiegata nelle offerte agli dei in modo simile all’incenso.

Oltre ad essere comunemente usato in cucina, soprattutto in abbinamento a carne, insalate e formaggi, il timo vanta anche molte proprietà curative, particolarmente apprezzate in età medievale. E’ ricco di sostanze antiossidanti, tra cui il timolo, che contrastano i danni da radicali liberi, ha un’azione antisettica (nel Medioevo veniva utilizzato per conservare meglio la carne), è digestivo e migliora il transito intestinale. Tante virtù che sono un ottimo motivo per coltivare il timo a casa. Grazie alla sua rusticità e alle dimensioni compatte, cresce bene sia in piena terra che in vaso.

Vuoi saperne di più sulle proprietà e sulle migliori tecniche per coltivare il timo? Leggi il nostro articolo “Timo: coltivazione e cure della pianta in vaso”.

Abbiamo fatto un excursus delle piante aromatiche più diffuse e comunemente utilizzate, ma l’universo delle aromatiche è vastissimo e comprende moltissime altre specie.

Tra le tante ci sono:

Le erbe aromatiche sono per lo più tipiche dell’area mediterranea, quindi prediligono i climi caldi, secchi e soleggiati. Tuttavia, ce ne sono molte che possono resistere anche alle basse temperature.

Sono le piante perenni e quelle biennali, in grado di adattarsi al freddo intenso e di superare indenni i rigori dell’inverno.

Tra le piante che tollerano il freddo ricordiamo il rosmarino, l’alloro, la menta, l’erba cipollina, la melissa, il prezzemolo, la borragine, la salvia, il ginepro, l’origano, l’aglio e la cipolla.

In linea generale, piantare le erbe aromatiche in terra le aiuta ad affrontare meglio l’inverno. Il vaso, infatti, tende a raffreddarsi più facilmente, specie se collocato in una zona senza protezioni (distante da muri o angoli riparati). Se vuoi coltivare le aromatiche sul balcone, quindi, proteggile avvolgendo il vaso in un sacco di juta e fai attenzione alle annaffiature. Il terriccio, infatti, se il vaso non è ben protetto tende a gelare durante la notte e questo può mettere a rischio l’apparato radicale.

Coltivare le aromatiche è una passione sempre più diffusa perché, oltre ad essere ottime per insaporire tantissime ricette, queste piante sono anche molto ornamentali. Tante di loro si adattano a vivere in vaso, quindi anche chi non ha un orto o un giardino può creare un angolo verde su un terrazzo o su un davanzale.

Come tutte le piante, anche le aromatiche hanno bisogno di spazio, luce, acqua e nutrimento a sufficienza per crescere bene. Per coltivarle è quindi importante conoscere le specifiche necessità di ciascuna specie.

Ecco qualche consiglio per prendersene cura, dalla semina alla raccolta.

Le piante aromatiche tipiche della macchia mediterranea prediligono ambienti soleggiati, quindi se vuoi coltivarle a casa l’ideale è posizionarle sul davanzale di una finestra, su un balcone o in un angolo dell’orto o del giardino esposti a sud o sud-ovest. Possono andare bene anche finestre o ambienti esposti a est o a ovest, mentre se sono esposti a nord non saranno abbastanza luminosi, quindi risulteranno poco adatti alla coltivazione delle piante aromatiche. Fanno eccezione solo alcune specie, come menta e prezzemolo, che crescono bene sia in pieno sole che a mezz’ombra.

C’è un altro aspetto che devi tenere in considerazione se decidi di coltivare più piante aromatiche, soprattutto in vaso: alcune possono essere associate tra loro perché compatibili, mentre altre devono stare lontane.

Quali piante aromatiche non possono stare vicine? E quali invece possono tranquillamente condividere lo stesso spazio?

E’ possibile coltivare le erbe aromatiche anche vicino agli ortaggi, sia in terra che in vaso. Esistono, anzi, alcuni abbinamenti benefici per le verdure, perché ne migliorano la crescita e, grazie all’odore delle aromatiche che risulta fastidioso per alcuni insetti, le proteggono dai parassiti. E’ il principio della consociazione tra le piante.

Quali sono le piante aromatiche più efficaci in questo senso e a quali ortaggi è utile la loro vicinanza? Ecco alcune accoppiate perfette:

Anche la scelta del terreno è importante per assicurare alle piante aromatiche il giusto ambiente in cui crescere forti e rigogliose. Tra i fattori di cui tenere conto ci sono:

Tendenzialmente le piante aromatiche hanno bisogno di terreni:

Ovviamente, il terreno giusto dipende dalle caratteristiche della pianta aromatica che vuoi coltivare. Maggiorana e origano, per esempio, amano ambienti siccitosi, quindi crescono bene in terreni sabbiosi, mentre la menta si adatta anche ad ambienti umidi, quindi può essere piantata anche in un terreno argilloso che tende a trattenere l’acqua.

Insieme al posizionamento e al terreno, anche la scelta del vaso è importantissima per coltivare le piante aromatiche.

Tra i fattori a cui prestare attenzione ci sono le dimensioni, il materiale, il drenaggio e l’ossigenazione.

Scegli un vaso sufficientemente capiente, preferibilmente in terracotta o in legno, per ospitare le tue piante. Ricorda che, sviluppandosi, aumenteranno di volume, quindi è bene che ci sia spazio a sufficienza, soprattutto se decidi di mettere insieme più esemplari. Il rischio, altrimenti, è che le specie più piccole soccombano, soffocate dalle altre.

Assicura anche alle tue piante un corretto drenaggio. Posiziona sul fondo del vaso uno strato di cocci sminuzzati di un vaso in terracotta, oppure di ghiaia o di palline di argilla espansa. In questo modo, quando le annaffierai, l’acqua potrà defluire velocemente, evitando ristagni alle radici.

Infine, un ultimo trucco: abbi l’accortezza di posizionare delle striscioline di compensato sotto il vaso per tenerlo sollevato dal pavimento. Questo assicurerà alle radici delle tue piante la giusta circolazione d’aria.

Una volta scelti posizione, vaso e terreno, puoi acquistare delle giovani piante aromatiche e metterle a dimora. Oppure, se vuoi provare la gioia di vedere crescere le tue piantine, puoi procedere alla semina o utilizzare la tecnica della talea. Che differenza c’è?

Nel caso della semina, come è facile intuire, le tue aromatiche nasceranno dai semi. Puoi piantarli in un semenzaio (per esempio in una cassettina riempita di terriccio ben livellato) o direttamente nel terreno.

Per la semina in semenzaio, ti basta spargere i semi sulla superficie distribuendoli in modo regolare e poi coprirli di terriccio. Quelli molto piccoli, come i semi di basilico, vanno ricoperti con un velo sottile, mentre gli altri devono essere coperti con uno strato pari al loro diametro. Dopo aver posizionato i semi, comprimi il terriccio con il palmo della mano e bagnalo con un nebulizzatore. Copri con un telo di plastica trasparente e aspetta che le tue piantine nascano. Quando saranno diventate abbastanza grandi da poter essere maneggiate, potrai trapiantarle in un vaso o nell’orto.

Per la semina in piena terra, la procedura è la stessa. L’unica differenza è che, appena le piantine avranno messo le prime foglie, dovrai selezionare gli esemplari migliori e scartare gli altri, per diradarli e assicurare loro la giusta distanza.

Il periodo migliore per la semina varia di specie a specie, ma in generale la stagione più indicata è la primavera.

E la talea? Si tratta di una tecnica basata sulla propagazione vegetativa, che permette di ottenere nuove piante, identiche alla pianta madre, in modo più rapido che con la semina. La talea, infatti, è un frammento di pianta appositamente tagliato e sistemato nel terreno o nell’acqua per rigenerare le parti mancanti, dando così vita ad un nuovo esemplare.

Si effettua soprattutto nei mesi estivi, da giugno a settembre, usando porzioni di ramo o di fusto che vengono tagliate, lasciate asciugare e poi piantate in un vaso con del terriccio. In alternativa, puoi immergere la tua talea anche in un bicchiere d’acqua: una volta che saranno spuntate le radici, potrai piantarla in un vaso.

La propagazione vegetativa è particolarmente indicata per le piante aromatiche con base legnosa, come rosmarino e lavanda.

Con quale frequenza devi annaffiare le piante aromatiche? E di quanta acqua hanno bisogno? Dipende dalle specie.

Le piante tipiche della macchia mediterranea, come salvia e rosmarino, si sono adattate a vivere in ambienti asciutti e soleggiati, quindi è bene non esagerare con le annaffiature e fare attenzione ad assicurare loro un buon drenaggio. Al contrario, le piante che si sono abituate ad ambienti ricchi di acqua, come basilico e prezzemolo, hanno bisogno di annaffiature più frequenti e abbondanti.

E’ importante tenere conto anche della fase del ciclo vitale in cui si trova la pianta. Gli esemplari giovani appena messi a dimora hanno bisogno di essere annaffiati con regolarità per poter crescere bene.

Le piante aromatiche, come tutte le piante, assorbono dal terreno le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per crescere. Tuttavia, le quantità di questi elementi si riducono nel tempo, quindi è necessario ripristinarle con la concimazione. Per il trattamento delle piante aromatiche è possibile utilizzare fertilizzanti chimici oppure organici o, se necessario, anche un mix tra i due. Che differenza c’è?

Come la coltivazione, anche la raccolta delle piante aromatiche è una procedura semplice ma delicata. E’ importante eseguirla nel modo giusto, per non danneggiare le piante e godere al massimo dei loro aromi e benefici. La concentrazione delle essenze odorose, infatti, varia non solo nel corso della vita della pianta, ma anche a seconda del momento della giornata. Ecco qualche consiglio per la raccolta delle foglie.

In linea generale, se vuoi conservare le erbe aromatiche il periodo migliore per raccoglierle è subito prima della fioritura, mentre se vuoi utilizzarle subito, per esempio per cucinare, puoi staccarle dalla pianta quando ne hai bisogno. Di solito, le foglie sono più profumate la mattina, dopo che l’umidità notturna si è asciugata e prima che vengano investite dal caldo della giornata.

Nel caso delle specie arbustive, come il rosmarino e la salvia, dovrai raccogliere le parti apicali, in modo da mantenere una vegetazione compatta e folta. Per le piante erbacee come il prezzemolo, invece, vale la regola opposta. Devi cioè prelevare le foglie esterne – le più sviluppate – tagliandole alla base del picciolo. In questo modo le foglioline giovani, che si sviluppano al centro della pianta, restano intatte.

Se vuoi raccogliere grandi quantità di foglie per conservarle, tieni conto del tempo balsamico della pianta, ovvero del periodo in cui la concentrazione degli aromi è massima: è quello il momento migliore per la raccolta.

E per quanto riguarda, invece, la raccolta di semi, fiori e radici?

Per ottenere i semi bisogna tagliare le sommità delle piante, essiccarle ed estrarli. E’ bene farlo al momento della loro maturazione, prima che si stacchino e cadano: quello è anche il periodo in cui il loro aroma è al top. Tra le piante di cui è comune utilizzare i semi ci sono le ombrellifere come il finocchio.

I fiori invece devono essere colti quando la fioritura è già iniziata, ma non ancora conclusa. E’ il caso dei fiori della lavanda, ottimi da essiccare e usare per profumare i cassetti della biancheria.

Infine, le radici: il periodo migliore per estirparle è l’autunno, che coincide con la massima ricchezza di sostanze aromatiche.

Come conservare le piante aromatiche dopo la raccolta? I metodi più comuni e diffusi sono l’essiccazione e il congelamento.

Puoi essiccare le tue piante all’aria, adagiandole su fogli di carta e ponendole in un luogo ventilato e al riparo dalla luce diretta del sole. Questo eviterà un’essiccazione troppo veloce, che farebbe disperdere le sostanze aromatiche e sbiadire le piante. In alternativa, puoi appendere le foglie in mazzetti in un luogo buio e non umido.

Se c’è poco sole o il clima è troppo umido o piovoso, puoi utilizzare il forno. Sistema i mazzetti su una griglia ben distanziati tra loro e falli essiccare a una temperatura di 40-60 gradi, con lo sportello aperto, avendo cura di non farli bruciare. Togli le erbe dal forno, falle riposare per mezz’ora e ponile in vasetti a chiusura ermetica da conservare al fresco e al buio: manterranno il loro aroma per qualche mese.

In entrambi i casi, prima di procedere con l’essiccazione pulisci bene le piante, senza bagnarle.

In alternativa, puoi conservare le piante nel congelatore in vaschette per il ghiaccio. Questo procedimento è particolarmente indicato per basilico e prezzemolo (puoi congelare le foglie intere o tritate), ma anche per salvia e rosmarino, oltre che per le radici, come il rafano.

Le piante aromatiche sono comunemente utilizzate in cucina per insaporire i piatti ma sono anche preziosi rimedi per la salute e la bellezza, oltre ad essere impiegate come ingrediente di liquori e amari o per l’estrazione delle essenze destinate alle industrie alimentari, cosmetiche e farmaceutiche.

In cucina, le piante aromatiche, fresche o essiccate, aggiungono gusto e aroma a tantissime ricette, dagli antipasti ai primi, dai secondi di carne e pesce alle verdure, dai risotti alle vellutate, dalle frittate alle torte salate e persino ai dolci.

Ci sono degli abbinamenti particolarmente indicati per esaltare il sapore di alcuni cibi, come quelli tra patate e prezzemolo, ceci e rosmarino, salmone e erba cipollina, manzo e ginepro, per fare solo alcuni esempi.

In generale puoi utilizzare le aromatiche secondo i tuoi gusti e la tua voglia di sperimentare.

In Italia, sono tantissime le ricette, anche tipiche, che hanno per protagoniste le piante aromatiche. Pensiamo al pesto alla genovese e alla panzanella con il basilico, al castagnaccio e alla tagliata di manzo con il rosmarino, per guardare ad alcune delle specialità regionali più celebri.

Ma anche la cucina internazionale fa largo uso delle piante aromatiche.

In Europa sono particolarmente utilizzate in Francia (il famoso mix di erbe di Provenza) e in Germania (nei crauti è immancabile il cumino).

Nella cucina del Medio Oriente sono protagoniste di piatti come il tabulè, un’insalata di bulgur aromatizzata con menta e prezzemolo. In India il curry è la miscela di aromatiche e spezie più celebre e usata, ma non c’è solo quello: sono tantissimi i piatti insaporiti con altre aromatiche o mix di aromatiche, in particolare il cumino, il cardamomo, il coriandolo. Cumino e coriandolo sono molto diffusi anche nella cucina magrebina, per esempio in paesi come Marocco, Algeria e Tunisia. Basti pensare a piatti come il cous cous e la tajine di pollo.

Come abbiamo visto, a molte piante aromatiche sono riconosciute anche proprietà curative e cosmetiche. Per questo, sono spesso utilizzate per ritrovare naturalmente il benessere o per prevenire o curare molti disturbi.

Puoi usarle sotto forma di:

Il tuo erborista di fiducia saprà suggerirti la pianta aromatica giusta, il preparato più indicato e le modalità di assunzione più adatte a te e al disturbo che vuoi trattare.

Alcune piante aromatiche possono interferire con i farmaci o sono sconsigliate in presenza di particolari condizioni o patologie: per esempio, l’aglio può influenzare l’efficacia di anticoagulanti e FANS e, se mangiato crudo, può irritare il tratto digestivo e peggiorare i sintomi del reflusso gastroesofageo. Se stai seguendo una terapia farmacologica o soffri di qualche disturbo, quindi, chiedi consiglio al medico per conoscere le controindicazioni delle piante aromatiche e per sapere se puoi assumerle come rimedio o utilizzarle in cucina.

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